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Pianetini | ||||||||
la nostra survey | ||||||||
di Antonio Vagnozzi | ||||||||
Negli anni 1970-80, A.Vagnozzi, frequentava assiduamente l’Osservatorio di Sant'Erasmo,
un giorno, vi incontrò Silvano Casulli (Oss. Colleverde di Guidonia) e Aldo Di Clemente (Oss. Campo Imperatore). Casulli si era presentato con una borsa di pelle stile ufficio, al cui interno c’erano fotocopie di carte stellari, tratte dall’Atlas Stellarum, sulle quali erano disegnate le tracce di alcuni asteroidi, in modo tale da poterli identificare tra le stelle. Forte di questa documentazione, Casulli propose a Facchini, uno dei fondatori dell'osservatorio di Sant'Erasmo, di collaborare ad un progetto di ricerca dei pianetini, ma Facchini rispose che non se la sentiva di affrontare un discorso del genere perché era troppo impegnativo per i mezzi a loro disposizione. Vagnozzi, invece, drizzò le orecchie perché la cosa lo interessava molto, non volendo fare solo divulgazione e qualche foto. In quel periodo Vagnozzi stava ricostruendo l’osservatorio perché quello vecchio, fatto di lamiera e col tetto scorrevole, era stato danneggiato irrimediabilmente da un temporale. Una volta terminato il nuovo osservatorio avrebbe voluto cominciare a fare un po’ di ricerca, dunque l'offerta di Casulli giunse nel momento più opportuno. I due cominciarono a vedersi assiduamente, tanto più che, nel frattempo, Casulli aveva conosciuto Ermes Colombini, in un congresso a Modena nel settembre del 1985. Ermes a San Vittore (BO), già faceva ricerca di pianetini su lastra fotografica insieme a Sassi, Vacchi e Sette. Casulli e Vagnozzi andarono così a trovarlo a Bologna, nell’osservatorio dei "vecchietti" come simpaticamente lui amava definirli, Colombini non mancò di fornire molte idee e algoritmi per calcolare le posizioni e le orbite asteroidali. L'astrofilo di San Vittore utilizzava dei programmi realizzati per la calcolatrice Texas TI-99. A Santa Lucia di Stroncone, potendo disporre dei primi Personal Computer, Vagnozzi e Casulli iniziaroni a convertirli in linguaggio Basic. Utilizzando il telescopio da 30 cm, si realizzarono le prime fotografie e a fare i primi calcoli astrometrici. In Italia stava crescendo l'interesse per gli Asteroidi, "complice" i successi di S.Vittore , che stava ottenendo per la scoperta, le misure di posizione, e calcolo delle orbite di nuovi Pianetini. In una informale riunione di alcuni amici interessati a questa ricerca, a Verona il 26 Aprile, a casa di Luciano Lai, si decise di organizzare un gruppo denominato GIA > (Gruppo Italiano Astrometristi) Con l'arrivo dello strumento da 500mm di diametro, si spalancarono nuovi orizzonti. Le prime misure astrometriche ufficiali, effettuate da Vagnozzi, Morando e Castellani, risalgono al 26 ottobre 1989 e riguardarono il pianetino 1989 TG e la cometa Periodica Schwassmann-Wachmann (sulla stessa immagine). Queste misure furono pubblicate dal Minor Planet Center sulla circolare 15625 dell'11 gennaio 1990. Mi piace ricordare che vista la difficoltà all'epoca di comunicare i dati al Minor Planet Center, il Prof. Roberto Nesci della Università La Sapienza ci permise di accedere direttamente al loro sistema Telnet per la trasmissione dei dati. In quella stessa occasione l'osservatorio ottenne dal Minor Planet Center il codice MPC 589.
Da allora sono stati scoperti 173 asteroidi di cui 102 numerati, gli altri sono andati persi a causa della loro magnitudine. I pioneristici programmi di astrometria (BfCcd, Team e Blink) realizzati presso questo Osservatorio vennero utilizzati per molti anni da molti altri gruppi amatoriali italiani dediti alla ricerca asteroidale ed è anche ad grazie ad essi che l'astrometria italiana riuscì ad emergere a livello internazionale sia per il numero che per la qualità delle misurazioni. |