le pagine del Gruppo Italiano Astrometrisi (GIA) sono state recuperate dagli archivi
di Gianni Bernabei dal dismesso sito del gruppo
vengono riportate notizie fino al 1995


Gruppo Italiano Astrometristi
Pianeti Minori
LA CAMERA CCD
Luciano Lai e Luciano Bittesini

In astronomia i rivelatori a C.C.D. hanno ormai soppiantato i rivelatori chimici con tutta una serie di vantaggi e pochi svantaggi; anche gli astrofili si sono adeguati alle nuove tecnologie e l'uso delle camere elettroniche è ormai abbastanza diffuso anche a livello amatoriale nonostante il costo elevato. Ad onor del merito qualcuno è anche riuscito ad autocostruirle con ottimi risultati.

Le varie camere non sono molto dissimili, almeno nelle linee di funzionamento ed offrono risultati che sono paragonabili fra loro, se si escludono i casi estremi, peraltro per la maggior parte degli astrofili che si dedicano allo studio dei pianetini, la scelta è caduta sulla Sbig St-6 principalmente per l'ottimo rapporto prezzo/prestazioni. Sarà proprio questa camera che andremo ad analizzare , anche perché i vari programmi e le utilità descritti nelle pagine seguenti fanno riferimento al formato immagine fornito dalla St-6. Per coloro che possiedono una camera diversa sarà senz'altro possibile convertire il loro formato-immagine , magari contattando direttamente gli autori dei programmi.

Riassumiamo nella seguente tabella le caratteristiche principali di questa camera

sensore Texas Tc-241
dimensioni area 8.6 x 6.5 mm
dimensioni pixel 23 x 27 micron
risoluzione 375 x 242 pixel
numero pixel 90750
sensibilità spettrale 400 - 900 nm
conversione A/D 16 bit
errore di lettura 30e-rms
corrente al buio 30 e/sec
collegamento PC porta seriale
formati immagine) Sbig, Fits, Tiff
dimensione immagine) 184000 bit (non compressa)
tempo di scarico immagine circa 40 sec
otturatore elettromagnetico
raffreddamento due stadi di Peltier
controllo termostatico automatico con termistore
binning variabile
Software vari sotto DOS e WINDOWS
autoguida possibile

Le caratteristiche migliori derivano dall'area del sensore e dal convertitore A/D a 16 bit, mentre la risoluzione e l'errore medio di lettura risultano al di sotto di molte altre camere, ma l'insieme offre alla fine un buon compromesso. Anche le dimensioni dei singoli pixel sono piuttosto ampie a scapito della precisione , ma consentono una grande sensibilità che si traduce in tempi molto brevi di esposizione.

Il software in dotazione è da considerarsi di buon livello e permette un'ampia gestione del settaggio di vari parametri e l'automatizzazione di alcune procedure, è un po' scarno per quanto riguarda il trattamento matematico delle immagini dato che contiene solo l'uso di due filtri.

Il manuale fornito dalla casa consente facilmente l'installazione e l'uso delle varie opzioni, peraltro riteniamo opportuno rivedere quegli elementi che possono interessare la ripresa fotografica dei pianetini.

Un ripasso dei fattori che concorrono a formare l'immagine finale ci aiuterà a comprendere meglio.

E' noto che il sensore o chip è composto da una matrice di singoli ricettori fotosensibili che quando sono colpiti dalla luce generano elettroni , si stabilirà quindi una differenza di potenziale proporzionale all'energia ricevuta, tale tensione è infatti uguale alla sensibilità per il numero di fotoni intercettato.

IL segnale verrà poi amplificato e quindi convertito da analogico in digitale, poiché solo in questa forma potrà essere trattato con operazioni matematiche.

IL calcolatore permetterà di visualizzare la matrice iniziale sullo schermo del monitor rispettandone le dimensioni e assegnando a ciascun elemento un livello di grigio proporzionale alla tensione rilevata, cosicché i fotositi che avranno intercettata una energia maggiore saranno visualizzati più chiari.

Nel sistema però vengono ad interagire vari fattori che disturbano e influiscono sulla precisione della misura.

Possiamo definire il rumore o disturbo, come una variazione casuale di una quantità misurata, il suo valore assoluto può esprimere poco, assume invece grande importanza il suo rapporto nei confronti del segnale, più sarà alto il rapporto segnale/disturbo , migliore sarà la precisione dei valori delle grandezze misurate. Quindi si cercheranno le tecniche più opportune per migliorare questo rapporto.

Le fonti del rumore

Il rumore dei fotoni:

Il numero di fotoni che colpisce il chip durante un'esposizione varia in modo casuale , infatti se misuriamo il valore che assume il medesimo pixel in una serie di esposizioni identiche otterremo indicazioni diverse . Potremo definire norma la media delle letture , ma ciascuna si discosterà di una certa grandezza , lo scostamento che ne risulta è il rumore . In questo caso il rumore è proporzionale alla radice quadrata della norma con la conseguenza che il rapporto segnale disturbo migliora con la lunghezza dell'esposizione.

Il rumore di lettura:

Questo rumore è intrinseco con l'elettronica della camera e deriva dal fatto che l'amplificatore non è in grado di leggere esattamente il numero di elettroni emessi dai singoli fotositi , nel caso della St-6 viene indicato dal costruttore come 30 e- rms che si legge come 30 elettroni radice quadrata media. E' un valore piuttosto alto poiché altre camere più moderne contengono questo errore entro 1 e-rms.

Il rumore di polarizzazione:

è un rumore introdotto dall' elettronica abbinata alla camera e come effetto produce uno spostamento dello zero dell'amplificatore in assenza di segnale. Di conseguenza anche un'esposizione di durata zero registra una tensione.

Il rumore termico:

I singoli fotositi rilasciano elettroni anche in assenza di luce , in conseguenza della loro perenne agitazione termica, durante un'esposizione il segnale di luce si somma con il segnale prodotto dall'agitazione termica.

Il segnale termico è strettamente legato alla temperatura e alla durata dell'esposizione, quindi per poterlo ridurre è necessario raffreddare.

Le tabelle seguenti ci consentono di capire come agisce il segale termico in funzione della temperatura e dell'esposizione, esse rappresentano i valori assunti dai pixel, in un rapporto riferito ad un valore massimo di 65536,per un'immagine St-6 . Contengono una matrice quadrata con il lato di 13 elementi e sono quindi solo indicativi e a titolo di esempio

170 172 164 160 166 170 172 156 156 176 166 194 158
152 166 142 168 174 178 196 154 190 180 194 154 218
146 168 150 168 168 164 148 162 170 188 192 154 162
170 164 168 150 184 232 158 156 192 160 152 154 196
150 160 148 188 170 216 156 178 166 170 154 150 162
174 168 150 152 162 194 152 152 180 194 160 160 172
168 164 166 162 160 170 168 190 172 176 156 152 166
170 158 158 162 198 236 162 182 194 196 156 150 170
174 158 190 174 180 154 154 168 240 186 172 154 162
158 162 162 166 188 172 158 176 170 220 170 150 166
170 170 172 240 170 168 208 160 168 172 168 174 210
160 170 158 168 178 186 176 168 204 186 180 160 174
170 174 160 170 226 180 158 260 182 192 164 190 168

immagine al buio , 1secondo a -20°C valore medio di lettura 172 rapporto segnale/disturbo =1.8


134 130 120 122 134 142 120 130 120 102 104 126 132
124 136 134 128 126 134 134 128 132 134 136 128 142
128 134 132 132 132 128 130 130 128 134 128 126 128
132 130 126 130 134 142 130 134 130 130 124 124 138
130 132 126 126 128 142 126 132 130 132 126 130 130
104 136 120 102 108 140 132 126 102 102 120 108 104
126 130 132 130 134 136 130 134 134 128 128 126 132
132 134 128 130 136 136 124 134 126 132 128 134 136
132 132 138 132 128 128 132 130 146 136 132 128 128
124 138 128 134 126 130 126 130 130 136 130 128 128
130 124 100 142 100 106 100 100 100 104 100 104 100
136 120 128 128 138 132 128 128 130 136 134 126 126
138 128 128 132 136 134 130 132 134 130 130 136 122

immagine al buio, 1 secondo a -40°C, valore medio di lettura 131, rapporto segnale/disturbo 7.2


274 282 280 266 278 278 262 268 266 278 284 322 282
274 272 264 274 284 282 324 254 310 288 318 264 334
270 270 276 268 276 268 260 284 272 288 294 280 264
290 230 278 268 266 342 278 258 302 252 266 266 302
274 278 260 302 272 308 272 274 266 260 254 274 266
280 274 248 258 276 294 252 256 292 278 274 274 284
274 266 278 268 278 286 286 294 260 264 258 260 276
287 268 270 258 288 338 268 228 290 282 270 248 266
280 270 324 282 264 258 266 266 346 274 288 266 264
274 270 272 280 276 260 272 254 272 314 274 256 262
284 266 296 340 260 270 308 250 250 272 288 288 296
270 266 268 266 262 272 272 256 286 282 284 276 278
270 288 272 276 328 276 264 366 272 290 274 294 258

immagine al buio 10 secondi a -40 °C, valore medio di lettura 277, rapporto segnale/disturbo 6.9

E' evidente come il segnale termico diminuisca con la temperatura , ma soprattutto migliora il rapporto segnale/disturbo che consente una migliore precisione di lettura.

A sua volta il segnale termico è affetto da errori casuali che potranno essere migliorati ricorrendo a più immagini mediate tra loro. Con questa tecnica il rapporto segnale/rumore migliora secondo una funzione pari alla radice quadrata del numero di immagini mediate. Cosicché con quattro immagini il rapporto migliorerà di un fattore 2 e con 9 immagini di un fattore 3.

Il medesimo procedimento può essere applicato anche nelle esposizioni in luce.

Le tre tabelle seguenti i cui parametri sono esposti in calce, mostrano i risultati

1752 1768 1746 1784 1722 1784 1770 1750 1754 1742 1742 1744 1758
1702 1750 1740 1742 1740 1740 1712 1702 1764 1766 1772 1022 1790
1786 1754 1764 1776 1776 1750 1766 1790 1766 1780 1752 1766 1746
1760 1750 1782 1778 1760 1736 1762 1806 1736 1760 1748 1756 1800
1744 1751 1792 1784 1796 1754 1796 1752 1786 1722 1750 1774 1782
1771 1751 1766 1760 1711 1756 1778 1762 1768 1780 1781 1806 1742
1736 1756 1752 1768 1756 1776 1770 1758 1796 1740 1774 1776 1766
1770 1784 1754 1792 1756 1774 1778 1760 1790 1746 1740 1766 1778
1772 1782 1786 1788 1746 1772 1768 1804 1752 1760 1784 1738 1760
1738 1756 1740 1792 1764 1794 1758 1792 1774 1746 1770 1776 1746
1770 1752 1758 1742 1802 1760 1768 1808 1750 1748 1788 1762 1750
1734 1748 1798 1750 1734 1772 1760 1778 1794 1774 1742 1766 1768
1770 1758 1770 1750 1754 1776 1762 1768 1744 1762 1746 1750 1788

una immagine 10 secondi valore medio 1759 rapporto segnale disturbo =24


6894 6878 6952 6924 6874 6968 6944 6910 6826 6952 6862 6892 6946
6892 6958 6856 6894 6886 6866 6794 6950 6976 6870 6914 7018 7006
6976 6090 6910 6942 6020 6926 6934 7010 6930 6944 6920 6930 6900
6928 6914 6972 6968 6910 6906 6921 6981 6938 6861 6922 6876 6918
6874 6886 6988 6938 6970 6936 7010 6942 7004 6844 6874 6958 6934
6970 6974 6978 6926 6880 6904 6936 6910 6914 6936 6948 6968 6892
6912 6911 6896 6961 6921 6931 6911 6851 6972 6878 6956 6961 6910
6940 6902 6882 6954 6914 6918 6964 6976 6972 6918 6892 6930 6940
6962 6996 6942 6894 6894 6910 6868 6962 6920 6882 6924 6900 6894
6886 6898 6876 6918 6912 6922 6892 6934 6942 6856 6910 6898 6916
6982 6906 6904 6876 6906 6954 6972 6944 6908 6876 6970 6880 6902
6870 6936 7002 6894 6906 6918 6954 6938 6914 6962 6864 6918 6944
7048 6856 6942 6930 6896 6888 6948 6944 6898 6912 6918 6828 6978

somma di 4 immagini da 10 secondi, valore medio 6915, rapporto segnale/disturbo= 35


15352 15300 15474 15446 15316 15482 15516 15336 15204 15506 15348 15352 15496
15056

somma di 9 immagini da 10 secondi, valore medio 15396, rapporto segnale/disturbo=44

Il rumore di quantizzazione:

è l'imprecisione introdotta dalla conversione analogico/digitale, nel caso della St-6 la conversione avviene a 16 bit che significa che il segnale compreso tra lo zero e la saturazione sara diviso in 65535 livelli , e deve considerarsi buona , per alcune camere la conversione avviene a 8 bit e quindi a 256 livelli e può essere insufficiente per alcune applicazioni .

Il rumore di sensibilità:

Ogni fotosito è leggermente diverso dagli adiacenti, può essere più o meno sensibile alla luce oppure introdurre un diverso segnale termico, altri ancora introducono delle variazioni casuali, determinati da elementi non prevedibili, cosicché un immagine esposta ad una sorgente supposta uniforme non si presenta perfettamente piatta.

Disturbi paragonabili agli errori di sensibilità possono essere introdotti nel cammino ottico dello strumento collegato con la camera. La vignettatura è una delle fonti principali ed è spesso presente in quasi tutte le combinazione ottiche, ma anche i granuli di pulviscolo depositati sulle superfici poste in prossimità del sensore introducono delle ombreggiature che comportano variazioni di sensibilità.

E' comunque possibile correggere, almeno in parte questi disturbi ricorrendo alla tecnica del flat-fielding o spianamento di campo. Per l'applicazione è necessario ottenere una immagine esposta su una sorgente uniforme e poi trattarla matematicamente con l'immagine astronomica.

Riassumendo , esponendo la camera C.C.D. collegata al telescopio, in una zona di cielo otterremo un'immagine, cosiddetta grezza, che contiene :

il segnale dell'oggetto celeste

il segnale termico

il segnale di polarizzazione

tutti i rumori sopradescitti.

Per ottenere il miglior rapporto segnale/ disturbo è conveniente seguire le indicazioni del costruttore che possono essere raccolte nei seguenti passi:

Il settaggio iniziale seleziona l'off-set ed è conveniente accettare il valore automatico.

Alla opzione " Misc- pcsetup" è conveniente usare le funzioni automatiche per la velocità di trasmissione e per la scheda grafica.

Alla opzione "Misc-telescope setup" saranno indicate le caratteristiche dello strumento , per il "response factor" , il costruttore indica un valore di 10000, ma in pratica si è dimostrato migliore un valore intorno a 500

In "Camera setup" conviene settare il "reuse dark-frame" , l'"antiblooming" come "low" e la "resolution" come "auto".

Per la temperatura conviene settare il valore più basso possibile; nella stagione fredda normalmente non ci sono problemi poiché è facile ottenere temperature di lavoro intorno a - 45°C , ma in estate è utile aiutare la dispersione del calore con un piccolo ventilatore e ancor meglio con un ulteriore sistema che raffreddi l'atmosfera attorno alla camera . Una serpentina avvolta attorno alle alette di raffreddamento contenente del liquido refrigerato si è dimostrata molto valida e ha consentito una temperatura di -40- 45 °C anche in estate.

Il raffreddamento può provocare la condensazione dell'umidità sulla superficie del chip che si manifesta con un evidente annebbiamento dell'immagine. Si può rimediare sostituendo il sale essiccante contenuto all'interno e comunque raffreddando per gradi . Al posto di settare immediatamente la temperatura al livello più basso,. ci si arriva per gradi abbassondola di 5-6 gradi ogni 5 minuti ; è un procedimento molto noioso , ma la condensa è ancora peggio.

Anche la messa a fuoco può risultare un po' laboriosa, ma l'utilizzo di un oculare a forte ingrandimento aggiustato nel fuoco con precisione si è rivelato molto utile.

Per il controllo finale conviene prendere un'immagine qualsiasi della durata di alcuni secondi ( per ovviare alla turbolenza) e poi osservarla con la funzione zoom, allorché le stelle più piccole saranno contenute in un pixel, il fuoco potrà ritenersi soddisfacente.

Prima di iniziare le riprese vere e proprie è opportuno preparare le immagini per lo spianamento del campo , il cielo al crepuscolo prima dell'apparizione delle stelle si presta molto bene, ma anche un diffusore illuminato uniformemente e posto alla bocca del telescopio può soddisfare allo scopo. E' inoltre sempre conveniente riprendere più immagini, da mediare, per diminuire gli errori casuali. L'immagine finale da usare come flat-field dovrebbe avere un valore medio intorno a 20000 , pertanto l'esposizione sarà regolata in funzione di questo valore.

Per le immagini dark, cioè riprese in assenza di luce, è sempre conveniente ricorrere alla media di più immagini, ma spesso per mancanza di tempo si preferisce sottrarre la prima della serata, normalmente non si sono manifestati evidenti problemi, ma indubbiamente la prima via è migliore. Non riteniamo inoltre conveniente usare dei dark-frames preparati nelle sere precedenti.

Lo stesso discorso è valido per la ripresa in luce, dove peraltro bisogna prestare attenzione al moto proprio degli oggetti studiat, poiché i tempi lunghi comporterebbero un trascinamento in caso di velocità elevate.

La funzione autograb si rivela utile nel caso di esposizioni multiple, ma occorre ricordare che la somma di due immagini da quattro minuti mostrerà oggetti più deboli che non la somma di quattro immagini da due minuti, poiché il rapporto segnale/disturbo è anche funzione del tempo di integrazione.

In definitiva le operazioni da compiere dopo il settaggio iniziale sono:

Ripresa dell'immagine flat, ripresa dell'immagine al buio, ripresa dell'immagine in luce , sottrazione del buio ( può essere fatta in automatico) livellamento del campo con la funzione flat-field.

A questo punto si può osservare l'immagine calibrata sul monitor , ricorrendo all'automatismo per i livelli del fondo e del "range", se però molte stelle sono presenti nel campo il "range" potrebbe settarsi su di un valore piuttosto alto e cancellare le stelle più deboli , converrà allora agire manualmente settandolo intorno a 256 che è un valore ottimale per evidenziare i pixels meno luminosi.

Un' altra fonte di disturbo è provocata dalle luci artificiali che possono intercettare la superficie interna del telescopio provocando vistose anomalie. L'unico rimedio è un buon paraluce che dovrà sporgere di parecchio ed avere un diametro più grande del tubo del telescopio, altrimenti le luci parassite si rifletteranno sulla sua superficie internae saranno comunque intercettate.

Per i cieli molto inquinati si può ricorrere anche all'uso di filtri, posti nelle immediate vicinanze della camera, un filtro rosso o meglio ancora un filtro infrarosso consente un buon guadagno, dato che abbassa la radiazione, dove massima e l'emissione del disturbo, ma consente la trasmissione delle lunghezze d'onda più lunghe dove i pianetini hanno ancora una buona luminosità.